Si è aperta la nuova miscellanea di Studi Veronesi, che con questa uscita raggiunge il traguardo del decimo volume. Un’avventura iniziata nel 2016 e condotta per il puro piacere di permettere a studiosi e ricercatori di avere a disposizione uno spazio per la pubblicazione di studi scientifici dedicati al territorio veronese e permetterne la circolazione a livello globale. Grazie all’utilizzo di Open Journal System è stato infatti possibile far indicizzare Studi Veronesi dalle principali banche dati della ricerca (da Google Scholar a DOAJ fino Scopus, che dopo una puntuale disamina ha riconosciuto il valore scientifico della collana) e garantirne la conservazione sul lungo periodo tramite LOCKSS.
Con la collaborazione di Gianni Bussinelli Editore, la collana ha visto anche la diffusione nella versione a stampa.
Un’iniziativa che sicuramente rappresenta un unicum a livello nazionale nell’ambito degli studi locali (come amiamo continuare a chiamarli).
Aprono questo nuovo volume due note. La prima di Francesca Carnazzi, che cura l’edizione del testamento inedito della madre di Domizio Calderini (1444/1445-1478), permettendo di fornire diverse precisazioni sull’umanista originario di Torri del Benaco, soprattutto per quanto riguarda proprio le sue relazioni nell’ambito benacense e i suoi legami con la “civiltà delle lettere” della Verona quattrocentesca. La seconda di Gianni Peretti, dedicata all’inventario postumo dell’abitazione di don Giulio Varalli (1560 circa-1630) che permette di portare qualche nuovo elemento di conoscenza attorno al promotore di una delle imprese artistiche più importanti dell’arte del XVII secolo a Verona, la cappella degli Innocenti nella chiesa di Santo Stefano.